Brano: [...]Ro.
Palazzo del Pero, Strage di
Frazione del Comune di Arezzo, a 11 chilometri dal capoluogo, durante la Guerra di liberazione fu teatro di una strage compiuta dai tedeschi.
Il 24.6.1944, mentre mietevano il grano in un podere lungo la strada di Molin Nuovo, 10 contadini inermi furono catturati senza alcun motivo dalla soldataglia nemica in ritirata. Aìlineati lungo la strada i dieci lavoratori furono trucidati con scariche di mitra.
Palazzo Giusti
Situato a Padova (v.) in via S. Francesco n. 55, durante la Guerra di liberazione Palazzo Giusti divenne tristemente noto come sede del cosiddetto Comando Supremo di pubblica sicurezza della repubblica di Salò. Nel novembre del 1944 vi si insediò il seniore della Milizia Mario Carità, capeggiando una cinquantina d’uomini per riprendere l’attività repressiva antipartigiana iniziata dopo l’8.9.1943 a Firenze e interrotta nel luglio del 1944 all incalzare del fronte bellico (v. Carità, Banda).
L’attività poliziesca daila banda Carità a Padova venne svolta in collaborazione con un distaccamento bene organizzato che aveva sede a Vicenza e fece le sue prime vittime dopo pochi giorni. Poiché[...]
[...]’imboscata tesa al comandante partigiano . Otello Pighin (v.) che rimase colpito a morte, caddero nelle mani della banda Carità la maggior parte degli esponenti del C.L.N. regionale veneto che avevano trovato rifugio presso la Casa di cura del professore Luigi Palmieri. Furono così arrestati Egidio Meneghetti, Giovanni Ponti, Luigi Palmieri stesso, Luigi Martignoni, Attilio Casilli e altri ancora. Quella notte il grande « salone delle feste » di Palazzo Giusti fu riempito di prigionieri, uomini e donne, mentre negli uffici si susseguivano gli « interrogatori » in un clima allucinante. Il palazzo rimase quartier generale della banda Carità sino alla Liberazione. Negli ultimi giorni, lasciati liberi i prigionieri sopravvissuti, gli aguzzini si dettero alla fuga tentando di riparare in Germania. Il Carità fu ucciso all’AIpe di Siusi, mentre alcuni dei suoi accoliti furono arrestati e processati nel dopoguerra.
Una lapide murata accanto al portone di Palazzo Giusti, con un bassorilievo che raffigura una nave e riporta le parole di una canzone compos[...]
[...]e negli uffici si susseguivano gli « interrogatori » in un clima allucinante. Il palazzo rimase quartier generale della banda Carità sino alla Liberazione. Negli ultimi giorni, lasciati liberi i prigionieri sopravvissuti, gli aguzzini si dettero alla fuga tentando di riparare in Germania. Il Carità fu ucciso all’AIpe di Siusi, mentre alcuni dei suoi accoliti furono arrestati e processati nel dopoguerra.
Una lapide murata accanto al portone di Palazzo Giusti, con un bassorilievo che raffigura una nave e riporta le parole di una canzone composta da Egidio Meneghetti coi suoi compagni di cella, ricorda le vicende di cui fu teatro.
Bibliografia: Sergio Boscardin, Palazzo Giusti, Ed. Zanocco 1945; Ida D’Este, 10114 Croce sulla schiena, Ed. Fantoni 1953; Ritorno a Palazzo Giusti, Testimonianze raccolte a cura di Taina Dogo Baricolo, La Nuova Italia Editrice, Firenze 1972.
T.D.B.
Palazzo Vidoni, Patto di
Accordo stipulato il 2.10.1925, nella sede del Partito fascista, fra i dirigenti delle Corporazioni nazionali (v. Corporativismo fascista) e quelli della Confederazione dell’industria.
Il Patto di Palazzo Vidoni assegnò alle organizzazioni sindacali fasciste il monopolio della rappresentanza dei lavoratori riguardo a tutti i rapporti contrattuali con gli industriali. Esso stabilì inoltre l’abolizione delle commissioni interne (v.) di fabbrica, le cui funzi[...]